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L'Artigianato

(Piemonte - XIV Secolo)



Visto dall'esterno, fino alla fine del secolo seguente, il Piemonte pare una regione agricola molto ricca, in cui le attività artigianali e commerciali sono pressochè assenti. In realtà tali giudizi sono in parte inesatti. Mentre i nobili della corte acquistavano le produzioni di pregio da altre regioni italiane, il popolo della campagna era quasi autosufficiente per quanto riguarda l'abbigliamento.

Molte famiglie di contadini producevano da se gran parte dell'occorrente per vestirsi, lavorando in casa la lana tramite tramite rocca, fuso, e poi telaio. Nel frattempo nascono alcune macchine (preparatrici e follatrici) che facilitano la lavorazione della lana. Una spinta innovativa avvenne grazie alla immigrazione di alcuni appartenenti all'ordine degli Umiliati, che apportarono notevoli miglioramenti nei processi di lavorazione della lana.


Il sistema di produzione aveva ben poco a che vedere con i procedimenti attuali. Il ciclo produttivo iniziava ad aprile con la tosatura delle pecore. La lana subiva diversi processi selettivi e di lavorazione: dapprima veniva suddivisa in fibre corte e fibre lunghe, poi in fasce di pregiatezza.

Veniva poi cardata o pettinata, a seconda della lunghezza; in seguito si procedeva alla filatura tramite rocca e fuso, e quindi alla follatura, ossia alla pressatura della stoffa. Infine avveniva la fase di tintura e di rifinitura, per poi affidare la commercializzazione delle stoffe ai mercanti.

Zoom della foto

Intanto prende anche piede, in particolare a Chieri, la lavorazione del cotone. A differenza della lana, il cotone doveva essere importato da paesi lontani ed ha richiesto l'approndimento di nuove tecniche di lavorazione.

Anche la lavorazione del cotone si suddivideva in varie fasi: cardatura, filatura, battitura, sbianchimento, tintura e tessitura, operazioni svolte quasi totalmente da lavoratori a domicilio, cui l'imprenditore forniva il materiale grezzo, facendo poi ritirare dai commessi il lavoro finito.

Chieri divenne famosa nella lavorazione del cotone per la produzione del fustagno, grazie a tecniche che permettevano l'uso di una minor quantità di materia prima risparmiando sui fili dell'ordito, ottenendo un buon prodotto a costi molto contenuti che ben presto sbaragliò la concorrenza internazionale.

Nel secolo successivo il cotone declina, mentre inizia l'era della seta che sarà predominante in Piemonte per i prossimi due secoli. Particolare importanza assunse Racconigi che diventò centro nevralgico di coltivazione dei gelsi, delle cui foglie si nutroni i bachi da seta.


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