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La crisi da Ludovico a Filiberto

(Piemonte - XV Secolo)



Ludovico, succeduto al padre in seguito alla sua elezione a papa, si trovò subito in difficoltà, non avendo il grande carisma e pernonalità di Amedeo.

Iniziò così un periodo di guerre, di lotte interne, di contrasti e di ribellioni causate dal malgoverno. Ludovico fece di tutto per mantenere lo stato indipendente, ma nel 1455 dovette fare atto di sottomissione che ribadiva la supremazia della monarchia francese sullo stato sabaudo.


Anche i rapporti con gli Sforza erano piuttosto critici, e dopo alcune gravi sconfitte belliche Ludovico dovette piegarsi di fronte a Francesco Sforza, cedendo alcuni territori sulla sinistra del Ticino.

A tutto ciò si aggiunge anche una serie di problemi economici causati dalle ingenti spese della moglio di Ludovico, ed ancora peggio la ribellione del suo figlio quintogenito Filippo, che rese ancora più tesi i rapporti con la Francia.

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Alla sua morte gli successe il figlio Amedeo IX, molto pio e frugale e di fatto incapace di governare, tanto da abbandonare il governo alla moglie Iolanda.

Nel 1471 Filippo tenta un colpo di stato e riesce a far prigioniero Amedeo, mentre Iolanda si rifugia a Grenoble. Ma il tempestivo intervento francese porta ad un accordo le parti ed Amedeo viene liberato.

Poco dopo Amedeo muore, lasciando il ducato in una crisi sempre più grave. In seguito ad una serie di miracoli, egli sarà canonizzato e dichiarato beato nel 1615 da papa Innocenzo XI.

Il suo successore Filiberto, ebbe ancora un periodo di governo molto travagliato ed in continuo contrasto col perenne ribelle Filippo. Ma alla sua morte, nel 1481, l'avvento al potere di Carlo I, segnerà l'inizio del cambiamento, dando un importante impulso alla politica sabauda.


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