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Parrocchie e Confraternite

(Piemonte - XVI Secolo)



La Controriforma afferma la centralità della parrocchia, stabilisce le norme che essa deve rispettare, ed impone una serie di regole per concentrare in essa le manifestazioni della religiosità popolare.

Viene stabilito che le chiese devono rispettare una certa decenza e distiguersi dagli altri edifici, consentendo di isolare e delimitare il sacro per preservarlo dalle contaminazioni del profano.


Ne viene riorganizzato anche l'interno: viene dato risalto all'altare maggiore, ove si deve trovare il tabernacolo, limitando e mettendo in secondo piano gli altri altari; il fonte battesimale viene spostato lateralmente e circondato da un cancello; vengono introdotti i confessionali.

Le visite pastorali registravano meticolasamente le condizioni di ogni chiesa e di ogni oggetto ed arredo, indicando ove era necessario porre rimedio per rispettare i canoni della Controriforma.

La ristrutturazione richiedeva a volte un notevole sforzo economico, per cui i vescovi spesso accettavano compromessi; per questo in alcuni casi la ristrutturazione si protrasse per lunghi anni, ma nel complesso, alla fine del secolo la situazione generale delle chiese appare notevolmente migliorata.

Zoom della foto

Il rafforzamento delle parrocchie si scontra con le forze laiche particolarmente diffuse in Piemonte, in alcuni casi sin dal XIII secolo: le confraternite.

Si tratta di sodalizi volontari, su base locale o professionale, con scopi devozionali ed organizzati in modo autonomo.

Tra le più famose ricordiamo la Confraternita della Santa Croce, quella di San Rocco, quella della Santissima Trinità, e quella del Santissimo Nome di Gesù.

Quasi tutte erano dotate di specifici statuti e regolamenti, di proprie chiese ed organi direttivi, nonchè di insegne, gonfaloni ed abiti propri.

Con la Controriforma si cercò almeno in parte di sottoporre le Confraternite all'autorità del vescovo e del parroco.

Ricordiamo infine le Confrarie, con scopo assistenziale, che avevano sede non presso chiese o cappelle ma in case proprie, e le Compagnie laicali, tra cui quella di San Paolo, che corrispondevano a devozioni diffuse e non erano autonome, bensì operavano direttamente all'interno della parrocchia.


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