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Le Vigne Ducali

(Piemonte - XVII Secolo)



Fino al Cinquecento la collina torinese era stata presa in scarsa considerazione, sia a livello abitativo che come sfruttamento agricolo.

Le cose cambiano ad inizio del Seicento quando i nobili ed i ricchi torinesi iniziano a costruire ville ed a soggiornarvi per periodi sempre più lunghi sulla collina.


La moda, favorita dalla bellezza del paesaggio e dal clima mite, particolarmente apprezzato per la frescura estiva, divenne una abitudine, ed a fine Settecento si conteranno ben circa 500 ville.

I complessi presero il nome di Vigne, anche se non si trattava di aziende vinicole: quasi tutte avevano si una parte del terreno coltivato a vite, ma la produzione era limitata al fabbisogno familiare ed i vini prodotti non erano particolarmente pregiati.

Ben presto la vigna divenne sinonimo di prestigio. Essa era costosa e poco redditizia: pare che per mantenerne una occorresse il reddito di due cascine in pianura, Eppure, pur di avere la propria vigna in molti erano disposti a rovinarsi coi debiti.

Zoom della foto

Vivere in vigna era particolarmente apprezzato d'estate, durante i momenti di riposo. C'erano anche motivi igienici legati alla maggiore salubrità dell'aria. Nelle vigne spesso si organizzavano feste con gli amici, con musica, canti, "merende sinoire".

Non mancavano le Vigne dei nobili, ne ricordiamo in particolare tre.

La Margarita, in onore della duchessa Margherita di Valois, alle pendici di Sassi. Acquistata da Emanuele Filiberto per la moglie, fu oggetto di varie cessioni, pervenendo alla fine ai conti Melina del Capriglio.

La Vigna del Cardinale, situata appena sopra la Gran Madre e conosciuta anche col nome di Villa della Regina, fu voluta dal principe porporato Maurizio di Savoia. La realizzazione fu affidata al Vitozzi e divenne magnifica, estimata da tanti e proclamata nel Theatrum Sabaudie come il più considerevole degli edifici di questa montagna.

La Vigna di Maria Cristina venne realizzata in una tenuta acquistata a San Vito. I progetti erano troppo ambiziosi e non furono mai portati a termine. Il palazzo era troppo celebrativo e legato a Cristina, tanto che alla morte della duchessa la costruzione venne interrotta e poco dopo cessò di essere residenza ducale.


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