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Abissi del mare

(RACCONTI - Quinta)



La prima impressione che si prova a 600 metri di profondità è angoscia, in una sensazione di solitudine e di morte. Ci si crederebbe lontani dalla Terra, in qualche pianeta freddo e desolato, dove ogni manifestazione di vita è spenta.

A 800 metri si ha l’impressione di essere immersi in un mare d’inchiostro… ma proseguendo la discesa, a mano a mano che si procede verso ed oltre i mille metri, lo spettacolo cambia totalmente; diventa meraviglioso, il mare d’inchiostro appare come un cielo punteggiato di stelle.

I punti fosforescenti si avvicinano e si allontanano, come stelle filanti; qualcuno più grande e più visibile sembra venirci direttamente incontro. La loro forma si ingrossa e diventa più distinta.


Sono gli abitanti misteriosi di questo mondo buio e sconosciuto che emettono una luce giallastra e fosforescente. Le miriadi di piccole luci iridescenti gettano nell’acqua dei riflessi strani e quasi gai.

E’ impossibile distinguere la loro forma, non si sa se siano pesci o mostri: ma tutto intorno alla batisfera il chiarore diventa così vivo che posso mettere a fuoco le mie macchine fotografiche. La lastra rivelerà l’identità di questi esseri sconosciuti dell’Oceano.

Alla profondità di due chilometri e mezzo ecco un enorme pesce, il cui naso termina con un lunghissimo staffile, in cima al quale splende una strana lampadina fosforescente; anche un altro porta al naso la sua lanterna, con l’aggiunta di un grosso pungiglione, per offesa e per difesa.

Un altro porta sulla fronte un pennacchio che termina con un palloncino luminoso, un altro ha due fanaletti sotto gli occhi, un altro, piccolo, velocissimo, ha luci su tutto il corpo; un altro ancora, una specie di serpentello con la coda a frange e nastri, può lanciare lontano gli occhi fosforescenti e ritirarli nelle orbite, legati a una specie di filo, come gli elastici di certi giocattoli…

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