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La nascita della pioggia

(RACCONTI - Seconda)



Al principio, quando ogni cosa era nuova e tutto era stato fatto da poco, non pioveva. Ciò era un bel guaio, un guaio tanto grosso che tutti gli animali si riunirono e decisero di invocare ad alta voce il cielo affinchè mandasse la pioggia.

Si divisero così in vari gruppi, secondo le diverse specie, e gli elefanti per primi si misero a barrire a tutto spiano. Ma la pioggia non venne. Provarono allora i rinoceronti; tutti i rinoceronti assieme. Ma la pioggia non venne.

Provarono le giraffe, poi le antilopi, poi i leoni (e i loro ruggiti parevano toccare il cielo); ma la pioggia non venne. Provarono tutti gli animali, pure i piccoli, pure i piccolissimi. Ma la pioggia non venne.


Erano rimaste solo le rane. Toccava a loro provare, e gli altri animali le pregarono di invocare la pioggia dal cielo. Le rane accondiscesero tutte.

Era così assordante il loro grido, così monotono, che il cielo, per attutirlo, si coprì di nubi. Tante, enormi nubi.

Inutilmente, però. Il gracidare delle rane riusciva a penetrare attraverso la spessa cortina. Alla fine il cielo, stanco di udirle, tentò di affogarle con l'acqua. Piovve.

Avendo ottenuto quel che volevano, le rane tacquero. Essendo piovuto, l'erba crebbe e gli altri animali si sparpagliarono per ogni dove a mangiare.

Solo le rane rimasero nelle buche ove l'acqua si era fermata (laghi e stagni) perchè, avendo fatto piovere, si consideravano padrone dell'acqua. E lì son sempre rimaste, cercando il cibo fra la melma.

Ancor oggi, quando gracidano, non lo fanno per nulla: lo fanno per chiamare la pioggia.

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