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Il ruscello

(RACCONTI - Quarta)



Quando passi vicino ad un fiume, fermati, e fermati magari anche se quell'acqua corrente è solamente quella di un torrente o quella di un ruscello. Fermati e ascolta.

Ti pare che i grandi fiumi, che vanno lenti lenti, non abbiano voci, nella loro marcia. Ma hanno voci anch'essi, lì vicino alla riva, dove l'acqua passa tra le erbe e le canne, o lì all'ombra, dove urta il pilone del ponte. Più allegro e rumoroso è il ruscello, proprio come lo sono i bambini, perchè non sono che dei fiumi bambini.


E anche i grandi fiumi, proprio come gli uomini, sono stati bambini, sono stati dei fanciulletti che vengono giù correndo dai prati di montagna e dai prati di collina. Come sono allegri i ruscelli, quando saltan giù di balza in balza!

Ascolta la loro voce; è la più antica voce del mondo. La terra era appena formata: le acque erano state separate dalla terra, e già cominciavano a correre, allegre e spumeggianti. Non si udiva voce di uomo o di animale, ma già si udiva la voce delle acque.

Il mondo cammina da millenni e da millenni, e non si ferma mai: così l'acqua, nella sua corsa, non si ferma mai: e arriva, per infinite strade, al mare, e nel mare evapora sino a diventare altissima e leggera nuvola, e poi cade sotto forma di neve e finalmente, ancora una volta, sorgente, sorgente azzurra ed allegro ruscello.

Diventerà fiume, il ruscello? Sì: perchè di cento e di mille ruscelli si fa un fiume. Ascolta quella voce. E' la voce della vita!

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