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Marocco

(Viaggi)

Non si tratta di uno dei miei soliti viaggi, bensì di un breve estratto dal reportage del viaggio Da Barcellona a Marrakech di Dario Caltabiano; invito tutti i liberi viaggiatori e le case editrici eventualmente interessate alla pubblicazione a visitare il suo sito www.ilventodelsahara.it per saperne di più.


Un viaggio alla volta del deserto, armati solamente di zaini capienti, dei consigli di chi “ci è già stato” e di tanto spirito di avventura e di adattamento. Questo reportage è il racconto di noi, quattro ragazzi che, sulle tracce del film “Marrakech Express” di Gabriele Salvatores, abbiamo voluto percorrere il Paese con lo spirito dei liberi viaggiatori, senza alberghi prenotati e muovendoci giorno per giorno con i mezzi disponibili in loco. Un viaggio che ci ha portato a percorrere tutta la Spagna da nord a sud, e ad attraversare il Marocco, dal porto caotico di Tangeri alle vette del Rif, dall’incanto della piazza di Marrakech, gremita di danzatori acrobatici, cantastorie e incantatori di serpenti, alla sabbia rossa di Merzouga, la “porta del deserto”. Dalle gole del Todra e del Dadès alle vie centrali della moderna e occidentale Casablanca, dalla spiaggia oceanica di Essaouira all’atmosfera montana della medina di Chefchaouen, la nostra è stata una vera avventura e… come tutte le avventure, non priva di imprevisti. Tappa dopo tappa, il reportage descrive i colori, le suggestioni e le situazioni, spesso al limite dell’assurdo, di questa nostra esperienza africana, cercando di rievocare anche attraverso le foto, i numerosi aneddoti e le curiosità del nostro viaggio, tutto il fascino di una terra che, con la varietà dei suoi paesaggi e della sua storia, con le contraddizioni della sua cultura, sempre tesa fra tradizione e modernità, è ancora e sempre più in grado di affascinare ed ammaliare i visitatori occidentali. Una esperienza, la nostra, che vorremmo raccontare a tutti coloro che una mattina si svegliano e, semplicemente… decidono di partire.

[…]Camminiamo, per un tempo difficile da definire, sulla cresta di una grande duna, che sotto il chiarore della luna crescente sembra funzionare da sentiero. E puoi solo intuire come facciano i berberi a orientarsi in pieno deserto, in mezzo a un mare di sabbia che, per noi profani, nel buio della notte sembra sconfinato e tutto uguale. Ma forse il dilemma è lo stesso che per i naviganti, e la soluzione è inequivocabilmente sopra le nostre teste: “costellazioni”. Sì, è così che ci si orienta, anche nel Sahara. […] Ha un che di magico, poetico e malinconico allo stesso tempo mettersi in cerchio su una duna e suonare i tamburi... È certamente un gioco, ma acquista un valore tutto particolare se pensi che è questo il modo in cui le tribù berbere, nei loro accampamenti, tengono lontano il silenzio e invocano i loro dei, qualunque essi siano. La cosa veramente straordinaria è che non appena la musica e le voci tacciono, il silenzio diventa quasi corposo, materiale. Ed è come un vuoto, la totale assenza di suoni. E allora rimani a testa in su, a guardare le stelle cadenti come, lo puoi giurare, non le avevi mai viste prima: enormi, più luminose e con una scia più lunga di tutte quelle per le quali hai mai espresso un desiderio in vita tua. Sai che un posto così molti lo sognano per una vita intera. Sai per certo che una volta a casa, e camminando per le vie strette della tua città, questi immensi spazi interiori ti mancheranno. Comincia a fare freddo e la sabbia alzata dal vento graffia la faccia. Aspetteremo Amhid: senza di lui, ritrovare la strada per Merzouga sarebbe impossibile. […]

Reportage viaggio in Marocco



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